L’ho già detto che a me la vita arriva a ondate.
Forse succede a tutti così. Ma a me di certo parecchio.
Ci sono mesi in cui mi sembra di tirare a fatica un carretto a testa bassa, tipo un bue nei campi che vede solo dove posa i piedi. Poi ci sono altri mesi, a volte anni, in cui continuo a lanciare il cuore oltre l’ostacolo, a fare progetti, ma del genere aquilone che rompe il filo o messaggio nella bottiglia, che lo si lascia andare, ma non si sa se e dove arriverà.
Poi però, per fortuna, arriva il momento della raccolta e delle soddisfazioni. A me non è ancora capitato di poter scegliere né come né quando; di fare una cosa organizzata, un programma con un calendario. Ma sta succedendo che i miei libri si fanno, qualcuno li sceglie e li produce, qualcuno li sceglie e li legge. E questo ha qualcosa di miracoloso ai miei occhi.
Mi sembra ancora presto per crederci, ma sta succedendo.
Però anche i miei libri hanno vita propria e arrivano a ondate. Non riesco a essere precisa, come Isabel Allende che tutti gli anni, lo stesso giorno, si chiude nella casetta in fondo al giardino e inizia un nuovo libro. Beh forse quando si è Isabel Allende le cose vanno diversamente. Magari anche JK Rowling programma e organizza.
Io so solo che parecchio tempo fa mi sono immaginata un quaderno per ragazze, e ho cominciato a riempirlo di disegni e di storie, ma non troppo perché volevo avesse spazio libero, che ciascuna potesse riempire di sè.
E dapprincipio mi hanno detto che i libri per ragazze funzionavano rosa; poi che tutti gli scaffali erano occupati da idee grandiose multimilionarie. Ma io volevo quel quaderno e volevo fosse dedicato a mia figlia.
E a un certo punto il mio progetto ha trovato mani amorevoli e un po’ incoscienti come quelle di Settenove, una piccola casa editrice sulle colline che pubblica libri coraggiosi.
E quindi eccolo qui, e qui, e qui. E nelle migliori librerie da settimana prossima.
E mentre io inseguivo Lin, Carlotta, Chiara e Nina, Il mondo ha bisogno delle ragazze trovava la strada delle librerie, e come tutti i progetti a cui si è lavorato per tanto tempo, alla fine è diverso da come era partito, ma non poteva essere altrimenti è cresciuto nel viaggio.
Beh, mi saprete dire, io son qui che aspetto che arrivi oltralpe. Quella in foto è la mano di Monica Marinelli che tiene la prima copia.