Passo e chiudo

– Pronto, Michela?

Ah, sì, salve signora Spada, non sa quanto l’ho pensata! Allora? Come va? È contento? Che dice? Ha chiamato?

-…?? Mhhh…ecco veramente io,… chiamavo lei per avere notizie. Cioé non voglio fare la mamma assillante e disturbare voi, ma dopo che lo abbiamo lasciato all’aeroporto da solo alle sei di mattina di martedì non abbiamo ricevuto nessuna notizia. So che voi sconsigliate di chiamare e non vorrei violare le regole, sono anche ottimista per natura e poco ansiosa, No news good news, e poi immagino che se non avesse trovato la tutor o fosse nei guai qualcuno ci avrebbe chiamato, almeno Scotland Yard…

Cosa??! Sta dicendo che non vi ha scritto neanche un messaggio per dire che era arrivato!!?? E no! Adesso lo chiamo io! Noi insistiamo sui telefoni, perché ci sono ragazzi svizzeri che passano un anno attaccati allo schermo chattando con gli amici al villaggio, ma un messaggio è il minimo! Ci ha presi troppo alla lettera! Ora ci penso io!

Ma, no, grazie, Michela non si preoccupi, vedrà che chiamerà quando arriverà in famiglia, immagino che se ci fossero problemi almeno lei saprebbe…

Ah, sì, certo, i colleghi inglesi ci hanno confermato che i ragazzi sono tutti arrivati sani e salvi e il camp procede per il meglio!

Questa è una bella notizia, ma quindi come funziona il camp, ci sono tutti i ragazzi svizzeri e poi domani li dividono per le varie famiglie?

No, l’arrival camp è con i ragazzi da tutto il mondo, tipo un jamboree, sono minimo sessanta e anzi di solito di più, per la maggior parte ragazze. Stanno insieme in ostello e in questo caso è un campo speciale con sightseeing per Londra. Dura fino a sabato poi vengono smistati dalle varie famiglie in giro per l’Inghilterra.

Ahh ciaone, adesso capisco, sono più di sessanta e per la maggior parte ragazze, insieme in ostello e in giro per Londra. Allora non ci preoccupiamo Michela, chiamerà, non siamo certo la sua priorità. Ci sarà tempo per fargli il discorso sulla buona educazione.
Quindi arriverà in famiglia sabato e lundì comincerà la scuola, bella prova! Comunque grazie delle informazioni Michela, è sempre gentile, buon lavoro cercherò di non disturbarla troppo. Arrivederci.

Ma no, signora mi raccomando mi faccia sapere, appena chiama o manda notizie, mi tenga informata, ci tengo.

Grazie ancora, certo, ma credo che sia più facile che sia lei a dare notizie a me!

… 3 minuti dopo

Cara Alessandra

La risposta di InterStudies é rincuorante 🙂 

That is a good sign – that G is happy and having a good time 🙂 

The arrival camp finishes on 01.09.2018 – and his host family are due to collect him at Exeter on Saturday evening at approx.. 5pm.

He is due to start school on the 5th September.

Che sia una buona serata ancora, Michela 

Passo e chiudo

 

Il giorno dell’apnea

Oggi è il giorno dell’apnea.

Il mio ragazzo è partito per dieci mesi.
Tutti mi chiedono e tu come stai?
Contenta, rispondo.

Lui era veramente contento, emozionato, stordito, indurmento per la levataccia sommata alla serata fuori con gli amici.
Bello come solo gli adolescenti sanno essere.
Si usa dire bellezza acerba. Ma a me sembra proprio una bellezza in fiore, in tutta la sua pienezza.
Tipo che la natura a quest’età sfoggi il meglio, è il momento di riempirsene gli occhi.
Come un verduraio la mattina presto al mercato mette in fila la merce lucida in ordine di colore, non si può fare a meno di guardarla e gioirne.

Per questo sono contenta.
E orgogliosa.
Io ho fatto la mia parte, l’ho messo al mondo e molto altro.
Ora sta a lui portare per il mondo tanta meraviglia e farne qualcosa di buono.

Mi dispiace un po’ di non potermene riempire gli occhi tutti i giorni. Sconsigliano di sentirsi spesso, aumenta la nostalgia. E assolutamente non bisogna andarlo a trovare. Quindi mi tengo la mia curiosità. Ci sono sempre stata. Il primo giorno di ogni nuova scuola. E mi sono riempita la pancia oltre agli occhi. Ma so che è il momento di farmi da parte, che il cordone ombelicale alla lunga soffoca. Lui si è già giocato i bonus cordone alla nascita, è ora che vada.

All’aeroporto mi ha abbracciata e gli arrivavo al petto, è ancora ossuto, ma ben più alto di me e anche di suo padre.
E lì è cominciato il conto alla rovescia.
Non posso essere sicura che tornerà, potrebbe piacergli talmente tanto da voler restare, gli abbiamo lasciato aperta quella porta.
Comunque non tornerà più lo stesso.
Chissà se mi butterà ancora le braccia al collo come un alano.
O mi dirà: “mamma ho le labbra screpolate”, alla fine al gate gli ho detto: “tienitelo il burro cacao” e adesso ce le ho screpolate io.

So che se la caverà.
Se solo risparmierà il tempo sprecato a litigare coi suoi fratelli per chi apparecchia la tavola o idiozie simili, avrà molto da investire su di sè.

Farà bene anche a noi. I suoi fratelli avranno spazio per dire scemate senza il suo sguardo severo. La sera potranno guardare un cartone animato senza discussioni.

E in un attimo giugno sarà qui.

Dovremo piantare i pomodori senza di lui, ché guai a fare un’estate senza il suo raccolto.

Gli ho nascosto una lettera nello zaino.

Quello che non gli ho scritto è che gli auguro di trovare il suo posto nel cuore, ché quello nel mondo può cambiare tante volte.

Con suo fratello quest’estate abbiamo letto Quando Hitler rubò il coniglietto rosa. Alla fine Anna guarda Parigi, stanno partendo ancora una volta, dopo essere fuggiti da Berlino prima in Svizzera. Parla con il suo babbo:

“Ci torneremo” disse il babbo.

Lo so” disse Anna. Allora si ricordò di quello che aveva provato quando erano tornati alla pensione Zwirn per le vanze e aggiunse: ” Ma non sarà più lo stesso…Parigi non ci appartiene. Credi che troveremo mai un posto che ci appartenga veramente?”

” Credo di no” disse il babbo. “Non potrà mai essere come per coloro che hanno trascorso tutta la loro vita nello stesso luogo. Ma sentiremo di appartenere un po’ a tanti posti diversi, e mi pare che anche questo sia altrettanto bello.”

Questo è il meglio che posso augurare ai miei ragazzi.