Frivolezze

Bene, tra poco ho un appuntamento che anni fa avrei giudicato molto importante, e ora prendo con molto distacco e poche aspettative, ché a furia di prendere porte elvetiche sul muso, si acquisisce una certa eleganza.
Per essere appunto elegante avevo previsto il minimo, andarci coi capelli in ordine e la camicia stirata. Pantalone con la piega, un minimo casual, ma preciso. Una tipa affidabile, ma alla mano, informale, ma elegante.
 
Peccato che il ferro da stiro, offeso per non essere mai usato in terra straniera, meglio portare le camicie a stirare quando si va a Milano, si sia inabissato in cantina, non pervenuto.
Stessa fine per la piastra dei capelli nella camera della figlia adolescente. Questo più normale.
Ma l’unico motivo per cui abbiamo una piastra è che io non sono capace di farmi la piega, non me ne curo mai. Ma quando piove e c’è vento i miei capelli impazziscono, e divento un incrocio tra Shaun the Sheep e Bellatrix Lestrange.
Oggi c’è molto vento e sta cominciando a piovere.
Colpa mia, che non ho mai dato a intendere alla mia ragazza che qualche mattina avrei dovuto anche io uscire di casa in ordine. Di qui l’usucapione della piastra.
Ho provato ad aprire qualche suo cassetto, un’esperienza che non consiglio, potrebbe aprire una frattura insanabile nelle relazioni familiari. Ho desistito.
Quindi ora mi appresto a uscire, con i capelli di una quasi pazza.
Ho postato un video sull’importanza di valorizzare il grigio, una successione di donne bellissime e curatissime, con i capelli più o meno naturalmente grigi o bianco neve. Avrei dovuto trovarne uno su praise the wild e mettere la mia foto di stamattina.
Per completare con un tocco di vera classe la mia mise fatta solo dell’intramontabile vestito di maglina blu anti stropiccio, il gatto Tempesta che mi ama molto, sta cambiando i peli, che sono bianchi e grigi, tanto eleganti sul vestito blu.
Il rotolino appiccicoso ha perso il manico, quindi mi sono sdraiata sul pavimento della cucina e ho tentato di farlo scorrere sul vestito appoggiato sulla sedia. Non male. Poi il gatto è tornato a salutarmi, appena avevo indossato il vestito.
Nella mia lista di cose da fare c’è anche guardare la strada, e l’uscita dall’autostrada, per arrivare all’appuntamento. Questo forse posso farlo giusto.
Poi dicono che sono rilassata agli incontri di lavoro…
Quando ci sono arrivata il peggio è passato, tutto in discesa.
Pensatemi.
E speriamo che la mia interlocutrice sia miope, o almeno non allergica al pelo di gatto.