Per i miei figli è sempre stata la zia Marghe, mamma delle Volpi, e ha abitato in Valsesia, ben prima che lo facesse davvero. Per me è un’amica, prima di mia madre, poi soprattutto mia, senza la quale non avrei la mia adorata casetta tra i monti, tanti intramontabili pezzi di lessico familiare e indimenticabili passeggiate ben concluse con le gambe sotto il tavolo.
Ha sempre scritto e disegnato, conservo dei meravigliosi fumetti d’incoraggiamento che mi mandava da Vienna quando io dodicenne giacevo immobilizzata dopo essere stata investita da un’auto, e i miei figli hanno vissuto la meraviglia di trovare una lettera a loro indirizzata e meravigliosamente illustrata, sulla fontana di un alpeggio in cima ai bricchi.
Oggi però la zia Marghe ha scritto un libro da grandi. E se da tempo penso che vorrei crescere come lei, libera e un po’ bizzarra, sgambettante tra i monti scrivendo e disegnando, queste pagine me ne danno un motivo in più.
La sua Elisa ha sessant’anni, è divertente ed emozionante, alla faccia di quelli che dicono che le donne invecchiano peggio degli uomini, o che agitano lo spauracchio del nido vuoto.
Va là dai, che abbiamo un sacco di cose di fare, liberiamoci le mani e il tempo, che la vita è tutta davanti.
Come direbbero di un film: si ride, si piange, ci si commuove.